Emanata la prima direttiva per la conservazione della
biodiversità nei parchi nazionali
Wwf e Legambiente: «Atto importante per
la conservazione della natura e lo sviluppo sostenibile»
[ 2 gennaio 2013 ]
Il ministro dell'Ambiente Corrado Clini (nella foto) conclude il suo
mandato con l'emanazione della prima direttiva per la conservazione della
biodiversità nei parchi nazionali e Legambiente afferma: «L'aspettavamo da 20
anni! La direttiva emanata dal Ministero dell'Ambiente rappresenta un fatto
importante per il futuro delle aree protette italiane, poiché per la prima
volta viene delineato un percorso chiaro per posizionare i Parchi nazionali al
centro della strategia nazionale per la conservazione della natura. Un deciso
cambio di passo per un Ministero che negli anni passati aveva troppo spesso
lasciato al suo destino il sistema di aree protette e poco l'aveva valorizzato
anche a livello internazionale. Con questo primo e significativo atto, il
ministero copre un vulnus che ha visto i Parchi operare in importanti azioni
per la conservazione della natura senza un adeguato accompagnamento
istituzionale, senza un confronto sulle scelte da attuare, con inevitabili
sprechi di risorse pubbliche, o peggio, sottovalutando interventi al contrario
necessari per salvare specie e habitat a rischio di estinzione».
Il Cigno Verde apprezza anche «Il richiamo al metodo di condivisione sulle
scelte contenute nella direttiva, e siamo sicuri che la gran parte dei Parchi
saranno in grado di rispondere nei termini stabiliti alla sollecitazione del
ministero di presentare proposte unitarie e di sistema soprattutto per la
conservazioni di specie prioritarie come l'orso, il lupo ed il camoscio
nell'Appennino, o per la conservazione di habitat prioritari per promuovere la
gestione forestale sostenibile nelle aree protette».
Legambiente auspica anche che «A questa prima direttiva segua un analogo
indirizzo per le aree marine protette per la conservazione della biodiversità
marina e la tutela di specie come le tartarughe marine, e un accordo strategico
con le Regioni per definire un comune lavoro per la conservazione della natura
attraverso il rilancio delle politiche di sistema, attraverso una forte
integrazione tra le aree protette regionali e nazionali, quelle della rete
Natura 2000 nell'ottica di realizzare nel nostro Paese la rete ecologica
nazionale».
Esulta il Wwf che spiega: «Per la prima volta, dall'approvazione della
Legge quadro sulle aree naturali protette nel 1991, il ministero dell'ambiente
indica chiaramente ai Parchi Nazionali le priorità per l'utilizzo delle risorse
finanziarie assegnate con la Legge di stabilità (ex capitolo 1551). La
direttiva a firma del ministro dell'ambiente, Corrado Clini, ribadisce con
chiarezza che le azioni che i Parchi Nazionali sono chiamati ad attuare
nell'ambito della loro gestione ordinaria devono avere come finalità e priorità
la conservazione e la valorizzazione del nostro patrimonio naturale».
Secondo il Panda si tratta
di «Un primo atto importante e significativo che ristabilisce senza equivoci la
priorità della conservazione della biodiversità nell'operato delle nostre aree
naturali protette. E' auspicabile che le Regioni seguano l'esempio del
ministero fornendo alle aree naturali protette regionali un analogo indirizzo
per l'utilizzo delle risorse assegnate agli Enti gestori, al fine di assicurare
in prospettiva un sistema integrato tra le aree protette di competenza statale
e regionali.
La direttiva del ministro Clini è uno strumento d'indirizzo per la
pianificazione degli obiettivi di miglioramento delle performance degli Enti
parco e prevede per il 2013 due modalità d'intervento: la prima prevede la
catalogazione degli studi già effettuati sulla consistenza del patrimonio
naturale dei parchi, sulla base della loro valenza scientifica, la seconda
l'implementazione di nuovi studi e progetti per la conservazione della
biodiversità secondo una visione unitaria, in grado di spingersi fino alla
promozione e valorizzazione dei servizi ecosistemici».
Il Wwf auspica e sollecita un prossimo atto del ministero, che «Dovrà
essere una forte azione istituzionale per rilanciare il ruolo dei Parchi e
portare l'obiettivo della conservazione della biodiversità nella programmazione
dei fondi comunitari 2014-2020, integrando in tal senso il documento già
presentato dal ministro per la coesione territoriale, d'intesa con i ministri
del lavoro e delle politiche sociali e delle politiche agricole, alimentari e
forestali, ed approvato il 17 dicembre scorso dal Consiglio dei ministri.
L'attivazione delle risorse finanziarie garantite dai diversi fondi dell'Unione
Europea è infatti l'unica strada percorribile per rendere disponibili ai Parchi
nazionali le risorse finanziarie necessarie per gli investimenti, dopo i
cospicui e ripetuti tagli che le varie manovre economiche degli ultimi governi
hanno imposto ai capitoli di spesa del ministero dell'ambiente».
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