mercoledì 9 gennaio 2013

Emanata la prima direttiva per la conservazione della biodiversità nei parchi nazionali


Emanata la prima direttiva per la conservazione della biodiversità nei parchi nazionali
Wwf e Legambiente: «Atto importante per la conservazione della natura e lo sviluppo sostenibile»
[ 2 gennaio 2013 ]

Il  ministro dell'Ambiente Corrado Clini (nella foto) conclude il suo mandato con l'emanazione della prima direttiva per la conservazione della biodiversità nei parchi nazionali e Legambiente afferma: «L'aspettavamo da 20 anni! La direttiva emanata dal Ministero dell'Ambiente rappresenta un fatto importante per il futuro delle aree protette italiane, poiché per la prima volta viene delineato un percorso chiaro per posizionare i Parchi nazionali al centro della strategia nazionale per la conservazione della natura. Un deciso cambio di passo per un Ministero che negli anni passati aveva troppo spesso lasciato al suo destino il sistema di aree protette e poco l'aveva valorizzato anche a livello internazionale. Con questo primo e significativo atto, il ministero copre un vulnus che ha visto i Parchi operare in importanti azioni per la conservazione della natura senza un adeguato accompagnamento istituzionale, senza un confronto sulle scelte da attuare, con inevitabili sprechi di risorse pubbliche, o peggio, sottovalutando interventi al contrario necessari per salvare specie e habitat a rischio di estinzione».
Il Cigno Verde apprezza anche «Il richiamo al metodo di condivisione sulle scelte contenute nella direttiva, e siamo sicuri che la gran parte dei Parchi saranno in grado di rispondere nei termini stabiliti alla sollecitazione del ministero di presentare proposte unitarie e di sistema soprattutto per la conservazioni di specie prioritarie come l'orso, il lupo ed il camoscio nell'Appennino, o per la conservazione di habitat prioritari per promuovere la gestione forestale sostenibile nelle aree protette».
Legambiente auspica anche che «A questa prima direttiva segua un analogo indirizzo per le aree marine protette per la conservazione della biodiversità marina e la tutela di specie come le tartarughe marine, e un accordo strategico con le Regioni per definire un comune lavoro per la conservazione della natura attraverso il rilancio delle politiche di sistema, attraverso una forte integrazione tra le aree protette regionali e nazionali, quelle della rete Natura 2000 nell'ottica di realizzare nel nostro Paese la rete ecologica nazionale».
Esulta il Wwf che spiega: «Per la prima volta, dall'approvazione della Legge quadro sulle aree naturali protette nel 1991, il ministero dell'ambiente indica chiaramente ai Parchi Nazionali le priorità per l'utilizzo delle risorse finanziarie assegnate con la Legge di stabilità (ex capitolo 1551). La direttiva a firma del ministro dell'ambiente, Corrado Clini, ribadisce con chiarezza che le azioni che i Parchi Nazionali sono chiamati ad attuare nell'ambito della loro gestione ordinaria devono avere come finalità e priorità la conservazione e la valorizzazione del nostro patrimonio naturale».
Secondo il Panda  si tratta di «Un primo atto importante e significativo che ristabilisce senza equivoci la priorità della conservazione della biodiversità nell'operato delle nostre aree naturali protette. E' auspicabile che le Regioni seguano l'esempio del ministero fornendo alle aree naturali protette regionali un analogo indirizzo per l'utilizzo delle risorse assegnate agli Enti gestori, al fine di assicurare in prospettiva un sistema integrato tra le aree protette di competenza statale e regionali.
La direttiva del ministro Clini è uno strumento d'indirizzo per la pianificazione degli obiettivi di miglioramento delle performance degli Enti parco e prevede per il 2013 due modalità d'intervento: la prima prevede la catalogazione degli studi già effettuati sulla consistenza del patrimonio naturale dei parchi, sulla base della loro valenza scientifica, la seconda l'implementazione di nuovi studi e progetti per la conservazione della biodiversità secondo una visione unitaria, in grado di spingersi fino alla promozione e valorizzazione dei servizi ecosistemici».
Il Wwf auspica e sollecita un prossimo atto del ministero, che «Dovrà essere una forte azione istituzionale per rilanciare il ruolo dei Parchi e portare l'obiettivo della conservazione della biodiversità nella programmazione dei fondi comunitari 2014-2020, integrando in tal senso il documento già presentato dal ministro per la coesione territoriale, d'intesa con i ministri del lavoro e delle politiche sociali e delle politiche agricole, alimentari e forestali, ed approvato il 17 dicembre scorso dal Consiglio dei ministri. L'attivazione delle risorse finanziarie garantite dai diversi fondi dell'Unione Europea è infatti l'unica strada percorribile per rendere disponibili ai Parchi nazionali le risorse finanziarie necessarie per gli investimenti, dopo i cospicui e ripetuti tagli che le varie manovre economiche degli ultimi governi hanno imposto ai capitoli di spesa del ministero dell'ambiente».


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