lunedì 18 novembre 2013

Lama Balice Corridoio Ecolologico .

Siamo alle porte dell'inverno e molte specie di uccelli hanno già transitato dal Parco per raggiungere i loro siti di svernamento.Averle, Stiaccini,Pigliamosche,Rondini,Upupe,Aironi rossi ormai hanno raggiunto l'Africa .Esistono degli spazi naturali chiamati corridoi ecologici. Questi ultimi permettono agli uccelli di spostarsi da una zona all’altra e allo stesso tempo di incontrare altri individui della stessa specie facilitando così lo scambio e la conseguente diversificazione  del patrimonio genetico. Per essere veramente utili, i corridoi ecologici non devono
includere delle barriere e presentare, almeno in certi tronconi, delle zone adatte in cui riposarsi e nutrirsi che permettano agli animali dei soggiorni di corta o lunga durata, secondo i bisogni della specie.Le barriere naturali sono costituite da montagne, corsi d’acqua, mari e oceani, i grandi deserti, ecc.Le grandi Convenzioni delle Nazioni Unite riconoscono l'importanza di mantenere una coerenza della rete e la connettività tra aree protette.(Convenzione di Berna),incoraggia la conservazione e ove necessario il ripristino di corridoi ecologici,habitat e elementi del paesaggio importanti per la conservazione della fauna selvatica.Costruire palazzi ,ponti e quant'altro nel parco si rischia che alcune specie che transitano nei periodi di migrazione rischiano di impattarsi contro le barriere artificiali,cambiando la Biologia che da milioni di anni la fauna si è trasmessa attraverso i loro geni.Ecco l'importanza del Parco naturale regionale lama balice.

Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

Tutela
delle specie migratrici
e dei processi migratori



Le Direttive Europee
Le due principali Direttive comunitarie per la conservazione della biodiversità nel territorio della
Comunità europea sono la Direttiva “Uccelli” e la Direttiva “Habitat”.

Lo spirito della Direttiva Uccelli
Gli uccelli migratori costituiscono il soggetto ispiratore primario della “Direttiva concernente la
conservazione degli uccelli selvatici” 79/409/CEE. Tra le ragioni storiche che portarono alla
stesura di quella che è stata la prima Direttiva europea in campo ambientale viene spesso citata,
in particolare, la situazione di caccia indiscriminata ai migratori in Italia.
La Direttiva costituisce uno strumento normativo della massima importanza e culturalmente
innovativo a livello non solo europeo in quanto affonda le sue radici nel concetto di
compartecipazione, su vasta scala geografica e da parte di molti Paesi diversi, delle responsabilità
di conservare le popolazioni di uccelli migratori. Utilizzando, come essi fanno nel corso delle varie
fasi del ciclo annuale, ambienti tra loro anche molto diversi e posti in regioni geografiche e persino
continenti differenti, gli uccelli migratori connettono funzionalmente tali ambienti, aree geografiche
o continenti, rendendoli in tal modo componenti di un medesimo sistema ecologico.
Nella consapevolezza di come la sopravvivenza, la demografia e quindi lo stato di conservazione
dei migratori dipendano dalle situazioni ecologiche che questi vengono ad incontrare nelle varie
fasi dei loro spostamenti lungo le rotte di migrazione (flyways), la “Direttiva Uccelli” prevede che
l’insieme dei Paesi distribuiti lungo queste rotte adotti norme mirate ad assicurare, nel loro
complesso, la sopravvivenza durevole delle popolazioni di migratori, le quali costituiscono un
esempio emblematico di un bene naturale condiviso. Livelli di speciale importanza vengono, in
tale prospettiva di flyway, assegnati ad aree che vedano la concentrazione di numeri
particolarmente elevati di migratori soprattutto ove, tra questi, siano rilevate specie caratterizzate
da situazioni demografiche critiche alle quali si assegna, per tale ragione, un elevato valore di
conservazione.
Questi siti così rilevanti per la nidificazione, la sosta e lo svernamento dei migratori costituiscono
le aree comprese nella Rete Natura 2000: un complesso di ambienti preziosi per la conservazione
dei migratori e meritevoli di azioni concertate di protezione e gestione oculata da parte dei Governi
e dei cittadini europei. In relazione a reti di monitoraggio ornitologico realizzate nel territorio della
Comunità da Organizzazioni Non Governative (ONG), la Direttiva Uccelli riconosce liste di specie
meritevoli di livelli diversi di protezione, in base alle loro situazioni demografiche. Specie di
particolare rilevanza, inserite nell’Allegato I della Direttiva, meritano azioni immediate e concertate
di conservazione e gestione che vengono in genere definite in base a Piani d’Azione redatti su
scala comunitaria, i quali vedono poi livelli locali di realizzazione nei diversi Stati Membri.
Specie di uccelli, molti dei quali migratori, che invece mostrano popolazioni sufficientemente stabili
sono riconosciute tra quelle che possono essere oggetto anche di prelievo venatorio. La gestione
della caccia in un’area geografica relativamente ristretta quale il territorio della Comunità Europea,
ma suddivisa in un numero elevato di Stati che si caratterizzano per storie e culture tra loro anche
molto diverse, ha da sempre rappresentato una sfida complessa per la conservazione.
Da questa prospettiva la Direttiva Uccelli pone dei limiti importanti ed indubbiamente “illuminati”.
Partendo dal presupposto che il prelievo venatorio deve parzialmente sostituirsi e non aggiungersi
alla mortalità naturale, la Direttiva riconosce periodi sensibili nei quali sospendere le attività di
caccia.

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